Il dialogo sociale via maestra per uno sviluppo equo e sostenibile

Claudio Falasca: del Forum per la promozione dello sviluppo sostenibile

 

La recente costituzione della “Alleanza per lo sviluppo sostenibile” (Asvis) presentata alla Camera dei Deputati l’11 marzo 2016 con la partecipazione della Presidente della Camera dei Deputati e del Ministro dell’Ambiente, sollecita alcune riflessioni e interrogativi.

Una coerente transizione allo sviluppo equo e sostenibile significa una vera e propria rivoluzione dei modelli di produzione e di consumo in cui verranno coinvolti direttamente nei loro interessi, imprese, lavoratori, cittadini, istituzioni. Sottovalutarne potenzialità e implicazioni sarebbe un errore molto grave. Occorre, invece, essere consapevoli che la valutazione, preventiva e condivisa, delle implicazioni che derivano dalla transizione ha un significato importantissimo sulla possibilità di attuarla con il massimo del consenso ed efficacia. È esperienza consolidata che le politiche sostenibili pur se condivise in via teorica dalla maggioranza dei cittadini, in quanto si propongono il miglioramento delle loro condizioni di vita, tuttavia, una volta che assumono il carattere concreto di specifici interventi, vanno ad impattare nel bene e nel male su interessi particolari, collettivi e/o individuali.